Dei trionfi gli echi remoti
nel vento sussurrano il nome “Hesperia”
Il tuo lauro è il mio supplizio

Figlia del verbo divino
dilani ed infiammi quest’animo pio
Tu sei Hesperia

Silenzio,
duro come fosse selce,
il dono di colei che da monarca, per mio amore si fece donna

Alle acque increspate dello Stige,
gravide di ombre penitenti,
lo sguardo adombrato ella ora rivolge

Se di tal dolenza il seme fu celeste,
come mai i futuri allori
non fugano dal cuore con l’oblio
la brama di esitare,
la brama di fuggire,
la brama di fallire,
questa brama di esistere?

Canti di onori venturi
da Roma declamano il nome “Hesperìa”
Il tuo lauro è il mio supplizio

Figlia del verbo divino
dilani ed infiammi l’anima mia
Tu sei Hesperia
Hesperia